2003: scoperto un buco da un miliardo di euro
nella contabilità della quarta azienda edilizia italiana. 10.000 creditori in
difficoltà e 3.000 famiglie rovinate.
Sapevamo che in Italia per avere giustizia
occorre tanto tempo. Certo, la giustizia non è vendetta ma, nel caso in cui non
sia possibile recuperare i soldi, in questo, come in tutti gli altri casi, un
po' di punizione allevia le sofferenze. Ma in Italia non tutti i cittadini sono
uguali davanti alla legge. Chi è più ricco può pagarsi i migliori avvocati e ha
più probabilità se non di farla franca, almeno di limitare i danni. Colpiscono
alcuni fatti che da tempo si ripetono in casi come questi che riguardano grandi
cooperative affiliate a grandi Centrali.Il nuovo modello di vigilanza pubblica
cooperativa, nato, caso vuole, proprio nel 2002 qui sembra essere stato
attraversato dalla vicenda come un ectoplasma. Magra consolazione per gli organi
ministeriali che anche le tre società di revisione e certificazione dei bilanci
(le grandissime cooperative hanno anche questo obbligo aggiuntivo) siano state
assolte. Come poteva un ispettore ministeriale in sede straordinaria accorgersi
di quanto sfuggito addirittura ai super professionisti della revisione
contabile? Però non può finire qui e non può finire così. Per quelle imprese e
famiglie coinvolte, le quali entrambe hanno fatto affidamento sul sistema
cooperativo non a caso ma perchè pensavano che godendo di agevolazioni fosse
adeguatamente vigilato (preventivamente, contestualmente e subito dopo gli
interventi) e, dal punto di vista delle famiglie, perchè in Italia (lo dice la
Costituzione) le cooperative sono imprese non come tutte le altre ma con la
caratteristica di avere una funzione sociale vincolante per la possibilità di
godere di benefici e contributi.
In Italia, a seguito delle prossime elezioni,
molto probabilmente diverrà Presidente del Consiglio un esponente politico
piacentino nato, cresciuto e maturato nel cuore dell'Emilia cooperativa il
quale, si dice, abbia nel mondo cooperativo uno dei principali pilastri della
propria forza politica ed elettorale. In campagna elettorale tutti i sindacati
hanno inviato alle forze politiche una serie di indicazioni programmatiche,
chiedendo su di esse l'impegno dei vari partiti facendo intendere di poter
garantire un sostegno a chi facesse proprie determinate proposte.
Non ci risulta che nessun altro sindacato, oltre
a noi dell'AGL, abbia chiesto al probabile futuro presidente del Consiglio
quanto segue: che per evitare che si ripetano drammi come quello della
Coopcostruttori di Argenta venga abolita la possibilità che la vigilanza
ordinaria annuale o biennale sulle società cooperativa venga demandata alle
stesse Centrali cooperative cui quelle cooperative aderiscono e a cui pagano
quota associativa e contributi di revisione, oltre a destinare una percentuale
del patrimonio residuo ai rispettivi fondi mutualistici. Non vi può più essere
coincidenza tra controllore e controllato (la vicenda Banca d'Italia – MPS
qualcosa avrà pure insegnato) E che la vigilanza sulle società cooperativa torni
tutta e unicamente allo Stato che la eserciti attraverso il Corpo di revisori
appositamente abilitati e per i quali venga istituito un albo e ruolo
professionale. Che questi revisori e ispettori straordinari vengano aggiornati
gratuitamente e intensamente , che tutte le strutture e le risorse della PA
vengano messe a loro disposizione a costo zero, che vengano di nuovo istituiti
uffici territoriali della vigilanza cooperativa e che in essi vengano impiegati
quelle centinaia di revisori oggi in forza al Ministero del Lavoro (ostacolati
costantemente dalla Direzione Generale del Personale di quella sfortunata
Amministrazione) che possano, se lo vogliano, trasferirsi al Ministero dello
Sviluppo Economico. Ciò per garantire il rispetto della frequenza annuale e
biennale delle revisioni. E per prevenire, prima che sia necessario, come per la
Coopcostruttori, l'intervento “curativo” della Magistratura (benemerita) quando
però ormai non ci sia nulla da fare per famiglie e creditori.
Aspettiamo fiduciosi di vedere se chi si
professa coraggioso liberalizzatore e nemico delle Lobby abbia, una volta al
potere, il fegato di distogliere le Associazioni che lo hanno sempre sostenuto
da un mestiere non loro congeniale (quello di controllore di coloro che li
finanziano) e di farle concentrare sull'attività più propria di assistenza,
tutela e rappresentanza.
AGL Ispettori di Cooperative
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